UEM: MODIGLIANI,
EUROPA OSTAGGIO DELLA BUNDESBANK
JOSPIN HA RAGIONE E GLI
USA SONO CON L'EUROPA
Scanno (L'Aquila), 14 giugno 1997 (Adnkronos)
- ''Ampiamente giustificata'':
cosi' il Nobel Franco Modigliani,
insignito oggi del premio Scanno per
l'economia, definisce la richiesta francese di inserire fra i parametri per la
costruzione dell'Euro anche il tasso di disoccupazione. ''La
Germania e per essa la Bundesbank ha imposto
nel trattato di Maastricht criteri e condizioni indifendibili, a parte la
necessaria convergenza sul dato dell'inflazione. Non da un punto di vista
politico, ma strettamente economico -ricorda Modigliani-
e profondamente sbagliato non considerare la questione occupazione e il premier
francese Jospin ha avuto
almeno il coraggio di sollevare un problema volutamente taciuto dalla Germania''.
Avverte Modigliani: certo, c'e' il
rischio, se non di annullare, quanto meno di ritardare il processo di unificazione monetaria europea ma e' anche vero che in realta' la Buba non vuole l'Euro perche',
in sua mancanza, la vera banca centrale europea continuera'
a essere la Bundesbank''.
Quali conseguenze per l'Italia, nel caso di una rottura o
di una sua mancata adesione alla moneta unica? ''Sarebbe
terribile, davvero un grosso danno. Si scatenerebbero immediatamente forti
speculazioni sulla lira e sui mercati azionari -prevede
Modigliani- al contrario, il nostro circolo economico
virtuoso dipende dall'ingresso nell'Euro''.
In America, si guarda piu' con
interesse o con preoccupazione alla Uem? ''E' sbagliato pensare che gli Usa
guardino con sospetto all'Euro e si augurino un fallimento della Uem. E' vero, invece, che un'Europa forte fa piu' forte anche l'America, alza la quota degli scambi
commerciali, dell'export, del benessere. Non c'e' proprio
ragione di pensare a un'America diffidente: il bene dell'Europa e' il
bene degli Usa -ricorda Modigliani- e questo e' vero
da oltre cinquant'anni, dal Piano Marshall
in poi''.
EURO: MODIGLIANI 'DICHIARA GUERRA' ALLA
GERMANIA
Roma, 23 apr. (Adnkronos) Franco
Modigliani ''dichiara guerra''
alla Germania, e in particolare alla Bundesbank, dalle cui politiche, afferma, dipende in buona
parte l'alto tasso di disoccupazione europeo. Invitato a tenere una conferenza
sull'Euro dall'Istituto La Malfa, Modigliani
parla senza diplomazie: ''In Europa -dichiara- e' tutto controllato dalla Bundesbank, che impone una sola politica, quella monetaria,
del tutto sbagliata e che provoca un costante aumento della disoccupazione europea''.
Per combattere la linea della Bundesbank
il Nobel ha preparato un'arma: si tratta del ''manifesto''
per l'Europa sociale e del lavoro, basata su un ritorno alle politiche keynesiane, da opporre all'Europa ''dei banchieri''
e della moneta. Modigliani ci lavora da tempo, assieme a un gruppo di economisti internazionali,
e lo presentera' in tempi brevi.
BUNDESBANK: MODIGLIANI,
I TEDESCHI SONO DEI BUFFONI
SONO
MOLTO PEGGIO DELL'ITALIA, MA ORA NON POSSONO BARARE PIU'
Roma, 28 mag 1997. (Adnkronos)- ''I tedeschi sono dei
buffoni, fanno il gioco delle tre carte e si illudono di far digerire ai
partner comunitari manovre contabili al limite dell'assurdita'''.
Franco Modigliani non ha pieta'
per Helmut Kohl e Theo Waigel, il binomio tedesco che oggi ha accusato la doppia sberla di non potere vendere la partecipazione in Deutsche Telekom e di non poter
rivalutare le riserve della Bundesbank a tutto
profitto del bilancio federale.
''I tedeschi sono dei buffoni -dice Modigliani
all'Adnkronos che lo raggiunge nel suo studio al Mit- non sanno cosa vuol dire la contabilita',
non conoscono, o fanno finta di non conoscere, il concetto di deficit e la
differenza tra spese correnti e entrate correnti.
Rivalutare le riserve non e' un'entrata corrente, e' solo una buffonata, ed e'
molto peggio delle buffonate che ha fatto l'Italia,
buffonate -incalza il premio Nobel- per le quali ho tirato le orecchie a Ciampi ed al governo per la manovra bis, per il prelievo
sul tfr, che non e' una cosa seria, ma i tedeschi
sono peggio di noi''.
Ed ora che succedera?
Modigliani non si presta ad indovinelli, ma sciorina
una certezza: ''Bonn non puo'
fare piu' trucchi. In Germania devono capire che ora
se vogliono star fuori dall'Unione economica e
monetaria, ed io ho il sospetto che vogliano proprio questo, lo devono dire e
gli altri andranno avanti senza di loro. Se invece
vogliono entrare non facciano i pignoli, non facciano i ragionieri: 2,7, 2,8, 3
per cento. Se vogliono entrare a Maastricht con gli
altri possono farlo, ma smettano di darci lezioni di credibilita'''.
ROMA - (m.ce.)
"La disoccupazione? Colpa della Bundesbank".
Chissa' come avra' accolto questa accusa Antonio Fazio, banchiere centrale ed amico di Hans Tietmeyer, che ieri in prima
fila ascoltava la lecture di Franco Modigliani su "Occupazione ed Euro". Certo, il
premio Nobel per l'Economia non ha dubbi: la disoccupazione europea e' di tipo
"keynesiano, e' legata cioe'
alla scarsa circolazione di moneta e ai tassi troppo alti". E i tassi troppo alti a loro volta dipendono dalla politica
"sbagliata" della Bundesbank, la banca
centrale tedesca. Modigliani, che ieri ha anche
incontrato il ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi,
sta raccogliendo le firme di una decina di economisti
europei per un Manifesto sulla disoccupazione. Nel frattempo raccoglie intorno
a se' una platea d'eccezione. Alla lecture organizzata dall'istituto Ugo La
Malfa, oltre al governatore della Banca d'Italia, c'era infatti anche il
presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro,
mentre in mezzo a loro sedeva il patron di Mediobanca,
Enrico Cuccia. Ma la prima fila vedeva schierati anche protagonisti
dell'economia, come Cesare Romiti, presidente della Fiat,
Marco Tronchetti Provera, numero uno della Pirelli, Francesco Cingano, presidente di Mediobanca, e della pubblica amministrazione, come Antonio Maccanico (ministro delle Comunicazioni), Enrico Micheli (sottosegretario alla presidenza del Consiglio) e
Francesco Paolo Casavola (ex presidente della Corte
costituzionale). Tanto che alla fine e' scoppiato il
finimondo, soprattutto quando e' uscito Cuccia. Il quale, completamente
privo di scorta, si e' avviato verso la sua auto accompagnato
da Giorgio La Malfa sotto l'assalto di fotografi e giornalisti.
Cecchini Marco Pagina 25 (24
aprile 1998) - Corriere della Sera
L' Italia incassa
una promozione da parte di Bruxelles: il nostro Paese
sta facendo, ha detto ieri Alexis Jacquemin,
capo degli economisti dell' Ue,
"un grande sforzo sul fronte della finanza pubblica, che ha gia' prodotto buoni risultati, come l' inflazione sotto
controllo". Ma allo stesso tempo dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca, giungono segnali tutt' altro che rassicuranti su un possibile ingresso della
lira nella prima fase della moneta unica europea. E non e' un caso quindi
che un premio Nobel per l' economia come Franco Modigliani arrivi a imputare proprio alla Bundesbank la colpa di un' eventuale ritardato ingresso
italiano nella Uem. "Per l' Italia
e' necessario entrare a Maastricht . ha detto il Nobel
in un convegno a Palermo .. Bisogna liberarsi della Bundensbank
che ha interessi soltanto in Germania e che, nonostante questo, e' riuscita a
creare una forte disoccupazione nel Paese in cui ha sede". L'
intervento di Maastricht sarebbe salutare per l' occupazione
e la stabilizzazione italiana . ha detto ancora Modigliani .. Il nostro Paese ha, tra le altre cose, subi' to l' enorme disagio della
battaglia Berlusconi Dini.
L' ostruzionismo di Berlusconi nei confronti della
manovra finanziaria di Dini
ha provocato una svalutazione della lira. Quali che siano le ragioni delle difficolta' dell' Italia . stando invece a quanto dichiarato da due membri del
consiglio direttivo della banca centrale tedesca, Hans
Juergen Koebnick e Ernst Welteke . difficilmente il nostro Paese fara'
parte del gruppo che sin dall' inizio partecipera'
alla fase finale dell' Unione monetaria (Uem). A due
giorni di distanza dalle dichiarazioni di Karl Otto Poehl, ex presidente della Bundesbank,
sull' opportunita' di
escludere la lira dai candidati per l' Euro, il concetto e' stato ribadito ieri
dai due economisti tedeschi. Resta, e' vero, l' apprezzamento
per gli sforzi compiuti dall' Italia e per i risultati conseguiti, ma nello
stesso tempo la convinzione che per la lira sia opportuno restare qualche tempo
in "sala d' aspetto". Koebnick e Welteke hanno accomunato, come aveva fatto Poehl, il caso italiano a quello spagnolo. In termini di
convergenza verso i criteri del Trattato di Maastricht, ha detto Koebnick, "l' Italia e' sulla
strada giusta, ma ancora non ci siamo". Il peso dell' economia
italiana, ha aggiunto il banchiere, e il corrispondente potenziale di instabilita' nell' area dell' Euro che potrebbe derivare
dall' inflazione italiana, rendono molto importante il pieno rispetto del
Trattato di Maastricht.
La disoccupazione? Colpa della Germania – La Repubblica
24 aprile 1998 — pagina 11 sezione: POLITICA
ESTERA
ROMA - Franco Modigliani
"dichiara guerra" alla Germania, e in
particolare alla Bundesbank, dove sarà in visita
lunedì prossimi alla fine del suo tour europeo. Dalle politiche della Buba - ha detto ieri il Nobel per l' economia - dipende in
buona parte l' alto tasso di disoccupazione europeo. Invitato a tenere una
conferenza sull' Euro dall' Istituto La Malfa, Modigliani, che in platea si è trovato di fronte Enrico
Cuccia, si è espresso senza peli sulla lingua: "In Europa - ha dichiarato
- è tutto controllato dalla Bundesbank, che impone
una sola politica, quella monetaria, del tutto sbagliata e che provoca un
costante aumento della disoccupazione europea". Per combattere la linea
della Bundesbank il Nobel ha messo
a punto un' arma: si
tratta del "manifesto" per l' Europa sociale e del lavoro, basato su
un ritorno alle politiche keynesiane, da opporre all'
Europa dei banchieri e della moneta. Modigliani ci
lavora da tempo, assieme a un gruppo di economisti
internazionali, e lo presenterà in tempi brevi. Durante la sua giornata romana
il premio Nobel ha incontrato per circa un' ora il
ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi. Una
conversazione improntata alla massima cordialità, visto ormai l' imminente ingresso dell' Italia nell' Unione monetaria,
ma anche alla visita che lunedì, martedì e mercoledì prossimo porterà Modigliani prima alla Bundesbank
e poi all' Istituto Monetario Europeo di Francoforte. Due istituzioni,
queste ultime, fortemente criticate in passato dallo stesso Modigliani
che ora avrà la possibilità di persona di motivare le sue critiche e di
difendere e ribadire la bontà del risanamento
italiano.
Caro direttore, posso rispondere a Martino,
pur soddisfacendo l'impegno di non rispondergli piu',
perche' gli ho gia'
risposto in toto nella mia lettera del 27 giugno sul
Corriere della Sera, eccetto per una sua nuova falsa
affermazione, e cioe' che "Modigliani
ha sostenuto (che) l'alta disoccupazione europea e' la conseguenza del criterio
imposto dalla tedesca Bundesbank di limitare al 3 %
il rapporto deficit - pil". Non ho mai detto una
simile baggianata e lo invito a citare verbatim il
passaggio del testo del dibattito televisivo (o di qualsiasi altro testo) che
verifichi la sua affermazione; se non presenta questa prova prima del suo
prevedibile prossimo attacco, cio' dimostrera' che
la sua affermazione e' un'altra falsita'
denigratoria. Quello che ho detto e scritto, ormai da anni, e' che la Bundesbank e' la principale causa della disoccupazione
nell'area dell'Euro, attraverso la sua politica monetaria assai troppo
restrittiva, in un momento in cui l'inflazione e' minima e la disoccupazione e'
enorme; e continuero' a ripeterlo fino al giorno in cui, per il bene del nascituro Euro spero non
lontano, Martino, la Bundesbank e molti uomini di
Stato europei l'avranno capito.
Modigliani Franco Pagina 5
(4 luglio 1997) - Corriere della Sera